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Anteprima: Torneranno i Prati di Ermanno Olmi

In occasione del centenario della Grande Guerra, un richiamo alla pace

Un evento che coinvolgerà tutto il mondo, come la Guerra che viene ricordata in questo Centenario.
In occasione dell’uscita del nuovo film di Ermanno Olmi torneranno i prati (80 minuti; italiano con sottotitoli in inglese) sul conflitto del ‘14-‘18, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ha organizzato il 4 Novembre un’anteprima a Roma alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

In quello stesso giorno – ricorrenza dell’armistizio firmato a Villa Giusti – il film sarà proiettato in quasi 100 Paesi, grazie al prezioso lavoro delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti di Cultura italiani all’Estero.

Come a voler stringere in un unico abbraccio Nazioni che per motivi diversi sono state protagoniste di un pezzo di storia che ha segnato l’umanità e quelle che ancora oggi sono teatro di aspri conflitti. Tutte destinatarie di un richiamo alla pace di cui il regista italiano si fa portavoce attraverso la sua ultima produzione cinematografica.

Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

Racconta Olmi:
“Mio padre aveva 19 anni quando venne chiamato alle armi. A quell’età,
l’esaltazione dell’eroicità infiamma menti e cuori soprattutto dei più giovani.
Scelse l’Arma dei bersaglieri, battaglioni d’assalto, e si trovò dentro la
carneficina del Carso e del Piave, che segnò la sua giovinezza e il resto della
sua vita.
Ero bambino quando lui raccontava a me e a mio fratello più grande, del
dolore della guerra, di quegli istanti terribili in attesa dell’ordine di andare
all’assalto e sai che la morte è lì, che ti attende sul bordo della trincea.
Ricordava i suoi compagni e più d’una volta l’ho visto piangere.
Della 1a Guerra Mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno
vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di
quella carneficina.
Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità
non ha contorni di retorica”.

Al mio papà, che quand’ero bambino mi raccontava della guerra dov’era stato soldato. –Ermanno Olmi.

Per informazioni sul film e materiali annessi, visitate questa pagina.

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